Abiti nuziali tradizionali
DESCRIZIONE DELL’ABITO TRADIZIONALE NUZIALE
DELLA DONNA DI OLIVETO LUCANO REALIZZATO IN COPIA
NEL MESE DI MAGGIO 2014
Cenni storici e testimonianze |
L’abito tradizionale nuziale della donna di Oliveto Lucano a cui la Pro Loco si è ispirata per realizzarne la copia, risale agli inizi del 1900.
La popolazione olivetese, in quegli anni, era composta, per la maggior parte, da gente umile e modesta dedita per lo più alla coltivazione dei campi e all’allevamento del bestiame.
Il loro abbigliamento era, pertanto, molto semplice e modesto e veniva cucito interamente a mano dalle donne più laboriose.
Nel paese erano presenti anche alcune famiglie nobili che potevano permettersi un abbigliamento più consono al loro rango.
La maggior parte delle donne comuni di Oliveto Lucano, pertanto, si ispirava agli abiti delle donne nobili olivetesi allorquando doveva cucire il proprio abito nuziale o l’abito nuziale di una propria parente o cara amica.
Il matrimonio, a quei tempi, era considerato uno dei momenti più importanti per le donne olivetesi e l’abito nuziale era sicuramente l’abito più importante che le giovani donne, in età da marito, potessero indossare nella propria vita.
L’abito era composto principalmente da:
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una camicia – corpetto di colore beige particolarmente elaborata, quasi sempre in seta damascata con inserti di pizzo beige, trine e paiette color argento-oro
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da una gonna a pieghe di color marrone o verdone di lana sulla quale erano apposte trine colorate particolarmente elaborate
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da un grembiule di color nero in raso o seta damascata con prezioso pizzo in tinta
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da uno scialle con frangia larga anch’esso beige che, quasi sempre, veniva regalato alle giovani spose da un parente o da un amico di famiglia.
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Alcune anziane del paese raccontano tutt’ora che il desiderio più grande delle loro madri o delle loro nonne era quello di essere sepolte con il vestito indossato in occasione delle loro nozze.
Questo testimonia il fatto che l’abito nuziale, pur non essendo realizzato di bianco perché in quegli anni il bianco non si usava, rimaneva l’abito più prezioso e caro nella vita di una donna olivetese tanto da volerlo portare con se nel momento del proprio distacco dalla vita terrena.
Cenni sulla donna proprietaria dell’abito nuziale
L’abito nuziale a cui la Pro Loco si è ispirata per realizzarne la copia è di proprietà della famiglia SPINELLI, gentilmente concesso da Rosa SPINELLI, famiglia originaria di Oliveto Lucano e tuttora ivi residente.
Secondo quanto riferisce la proprietaria, l’abito fu indossato nel giorno del matrimonio dalla propria nonna, CAMPAGNA Maria Concetta che era nata ad Oliveto Lucano il 18/08/1891 e che convolò a nozze all’età di circa 22-23 anni.
Lo scialle a corredo dell’abito nuziale fu donato dal padrino, nobile signorotto del tempo di nome SICA Vincenzo, mentre il grembiule risultava un complemento dell’abito stesso, una sorta di dote obbligatoria per la sposa.
A corredo dell’abito venivano realizzate anche delle scarpe a stivaletto non alte ma a tronchetto beige con tacco in base nero coperte di swaroski e lavorate a mano.
Descrizione dettagliata dell’abito realizzato
L’abito è stato realizzato nella taglia 44.
Le stoffe, le trine ed i merletti utilizzati sono molto simili a quelli originali, per lo meno nei colori, essendo risultato pressocchè impossibile trovarne di uguali.
Si descrive, di seguito, pezzo per pezzo, l’abito realizzato:
IL CORPETTO
Il corpetto è stato riprodotto come il vestito originale con due stoffe:
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la prima stoffa va dal collo fin sopra il petto ed è una stoffa di seta color beige con n. 31 pieghe cucite in verticale sulla parte anteriore del corpetto e n. 31 pieghe cucite anch’esse in verticale sulla parte posteriore dello stesso;
il taglio del corpetto è in diagonale e questo gli conferisce un effetto asimmettrico che lo rende particolarmente originale;
il collo del corpetto, anch’esso in seta beige, è stato adornato con due giri di trina, color bronzo – tabacco, uno in alto e l’altro in basso.
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la seconda stoffa è di color marrone ed è dello stesso tessuto della gonna; tale stoffa costituisce l’altra parte del corpetto e, cucita anch’essa in maniera diagonale, si innesta armoniosamente alla parte sovrastante del corpino in seta beige.
Su detta stoffa ed in particolare sul petto, vi sono 4 pieghe con disposizione una rivolta verso il basso e l’altra rivolta verso l’alto e con ripetizione; queste formano due basi in rilievo contenenti entrambe al centro un pizzo di colore beige a forma triangolare e motivo floreale.
Anche sul retro del corpetto è stata realizzata una piega con le stesse caratteristiche delle precedenti sulla quale, in rilievo, è stato inserito lo stesso pizzo di colore beige.
Il pizzo, sia sul corpetto anteriore che su quello posteriore, è costituito da n. 47 triangoli di motivo floreale ed è stato abbellito con n. 43 paiette di color oro.
Il pizzo è stato interamente applicato a mano e così le paiette.
LE MANICHE
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Le maniche risultano particolarmente elaborate perchè formate da n. 8 pieghe verticali (4 per ciascuna manica) realizzate con la seguente disposizione: una piega rivolta a destra della parte esterna della manica, l’altra rivolta a sinistra della manica e con ripetizione tanto da ottenere due basi verticali in rilievo per ogni manica.
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Sulle 2 basi per manica realizzate sono contenuti n. 19 “rombi” ottenuti con la stessa trina color bronzo – tabacco utilizzata per la bordura del collo del corpetto;
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La trina applicata è stata interamente cucita a mano e all’interno di ogni rombo è stata inserita una paietta con un totale complessivo di n. 20 paiette color oro.
I POLSINI
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I polsini del corpetto sono stati realizzati anch’essi con la stessa stoffa del collo e del corpetto superiore, cioè con la seta colore beige.
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Riprodotti con taglio ad archi rivolti verso l’alto, sono stati anch’essi bordati con la stessa trina color bronzo – tabacco di rifinitura del collo del corpetto e dei rombi delle maniche.
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I polsini, inoltre, sono stati impreziositi con lo stesso pizzo beige delle pieghe del corpetto inferiore e con n. 4 bottoni gioiello (n. 2 al polso sinistro e n. 2 al polso destro).
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LA GONNA
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Riprodotta con la stessa stoffa marrone del corpetto, la gonna è formata da n. 22 pieghe disposte nella seguente maniera: n. 11 ruotano verso sinistra e n. 11 ruotano verso destra convergendo in un’unica piega baciata sul retro; la parte anteriore della gonna, invece, presenta un piegone più ampio dal quale, sia verso destra che verso sinistra, partono le altre pieghe più piccole nella sequenza sopra indicata.
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La gonna presenta una larga piega sulla quale risultano realizzate n. 2 balze nella seguente maniera: n. 3 piccole pieghe cucite verso il basso nella parte superiore della 1^ balza e n. 3 piccole pieghe cucite verso l’alto nella parte inferiore della stessa; anche la 2^ balza è realizzata nella predetta maniera e, al centro di ciascuna di esse, sono state inserite delle trine.
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Le trine sono di modello e colore diverso; i colori delle stesse sono il marrone, il beige ed il verdone armoniosamente combinati tra loro.
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La prima balza della gonna, quella superiore, contiene un’accoppiata di trine di color verde poste rispettivamente nella parte superiore ed inferiore di una trina più larga ad effetto antichizzato di colore beige richiamante, nei particolari, il colore delle altre trine.
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La seconda balza della gonna, quella inferiore, contiene un’unica trina, di effetto antichizzato, armoniosamente abbinata alle trine della 1^ balza.
Tutte le trine sono state applicate con cucitura a mano e hanno una lunghezza di 4,20 mt per ciascun giro della gonna e, quindi, per n. 4 giri complessivi ed un totale di mt. 16,80
IL GREMBIULE
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Il grembiule, da porsi obbligatoriamente sulla parte anteriore della gonna, è stato riprodotto con una stoffa di seta damascata con n. 22 piccole pieghe ripartite nella seguente maniera: n. 11 verso sinistra e n. 11 verso destra.
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Sulle pieghe, partendo dalla parte alta superiore del lato destro e dalla parte alta superiore del lato sinistro del grembiule è stato inserito un pizzo nero antichizzato convergente a punta nella parte centrale del grembiule stesso.
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Sulla parte alta del grembiule e racchiudente le pieghe è stata inserita una cintura con le due estremità pendenti e libere, pronte per essere legate sulla parte posteriore dell’abito stesso.
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Sulla base del grembiule, inoltre, è stata riprodotta una balza mediante la realizzazione di n. 3 piccole pieghe cucite verso il basso nella parte superiore e n. 3 piccole pieghe cucite verso anch’esse verso il basso nella parte inferiore; all’interno della balza , realizzata come innanzi detto, è stato inserito lo stesso pizzo nero antichizzato, interamente applicato a mano.
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LO SCIALLE
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Lo scialle, a corredo dell’abito nuziale, è stato realizzato con la stessa stoffa beige del corpetto superiore dell’abito ed è stato abbellito con una frangia in tinta di cm. 12,00.
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La lunghezza dello scialle è di cm 100,00, come pure la larghezza, risultando lo stesso di forma quadrata.
Ricerche effettuate dalla Volontaria del Servizio Civile Pasqualina Colucci
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DESCRIZIONE DELL’ABITO TRADIZIONALE NUZIALE
MASCHILE DI OLIVETO LUCANO REALIZZATO IN COPIA
NEL MESE DI MAGGIO 2014
Cenni storici e testimonianze |
L’abito tradizionale nuziale maschile di Oliveto Lucano a cui la Pro Loco si è ispirata per realizzarne la copia, risale agli inizi del 1900.
La popolazione olivetese, in quegli anni, come già detto per l’abito nuziale tradizionale della donna olivetese, era composta, per la maggior parte, da gente umile e modesta dedita per lo più alla coltivazione dei campi e all’allevamento del bestiame.
Il loro abbigliamento era, pertanto, molto semplice e modesto e veniva cucito interamente a mano dalle donne più laboriose.
Nel paese erano presenti anche alcune famiglie nobili che potevano permettersi un abbigliamento più consono al loro rango.
Nel caso degli uomini più abbienti era usanza che, allorquando dovevano sposarsi, i genitori si recavano dapprima presso un commerciante di Oliveto Lucano per acquistare il tessuto, di qualità Vigogna nero semilucido, per poi recarsi con lo sposo presso un rinomato sarto di S. Mauro Forte, paese limitrofo, per commissionare il cosiddetto: “vestito buono”.
I genitori erano soliti regalare al proprio figliolo, per tale occasione, il “vestito buono” in segno di buon augurio, un corredo ed un appezzamento di terra con alcune piante di olivo.
L’abito era composto da:
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una giacca in pura lana nera di Vigogna interamente cucita a mano con n. 4 tasche, di cui n. 3 esterne e n. 1 interna
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un gilet in pura lana nera di Vigogna interamente cucito a mano con spalla in raso lucido elegante e n. 4 tasche
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un pantalone in pura lana nera di Vigogna, anch’esso cucito interamente a mano. La particolarità del pantalone era quella di avere una serie di bottoni dove venivano agganciate delle bretelle aventi funzione reggente del pantalone stesso
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una camicia in cotone beige lucido damascato molto elegante interamente realizzata a mano, con pistagna ed apertura centrale. Alla pistagna veniva inserito un fiocco – nastro avente funzione di cravatta – papillon.
L’abito, come sopra realizzato, dopo il matrimonio, veniva indossato nelle ricorrenze più importanti.
La giacca dell’originale si presenta in maniera più logora rispetto al resto dell’abito perché veniva indossata più frequentemente.
Cenni sul proprietario dell’abito nuziale originale |
L’abito nuziale maschile a cui la Pro Loco “Olea” si è ispirata per realizzarne la copia è di proprietà della famiglia INNELLA, gentilmente concesso dalla Sig.ra INNELLA Isabella, nata ad Oliveto Lucano il 25/8/1944 ed ivi residente in Via Salita Vittorio Emanuele III.
Secondo quanto riferisce la proprietaria, l’abito fu indossato dal padre, INNELLA Giuseppe, che era nato ad Oliveto Lucano il 4/05/1903 e che convolò a nozze all’età di circa 22 anni con la Sig.na RAGO Rosa.
Descrizione dettagliata dell’abito nuziale realizzato |
L’abito è stato realizzato nella taglia 46 – 48 essendo gli uomini di un tempo alquanto minuti rispetto a quelli delle nuove generazioni.
ABITO TRADIZIONALE NUZIALE MASCHILE
GIACCA
La giacca è stata riprodotta con una stoffa in pura lana di colore nero.
La stessa era particolarmente elaborata e veniva completata con :
N. 4 tasche dalla forma arrotondata ( n. 3 esterne e n. 1 interna)
N. 5 bottoni di colore nero (n. 4 per ciascuna manica e n. 1 in vita).
GILET
Il gilet è stato riprodotto nella parte anteriore con una stoffa di pura lana di colore nero ed è formato da n. 4 tasche in avanti.
La parte posteriore del gilet, invece, è stata riprodotta con una stoffa di raso nero lucida; inoltre, la particolarità del gilet, è che nella parte bassa della spalla è stato inserito un cinturino, della stessa stoffa della parte anteriore, con una fibbia ed alcuni fori che ne permettono la chiusura.
PANTALONE
La stoffa usata è la stessa della giacca cioè pura lana Vigogna di colore nero.
Il modello del pantalone è semplice normale con un risvolto alla base della gamba di 4 cm.
È composto inoltre da n. 8 bottoni di cui n. 6 a pressione per le bretelle e n. 2 semplici neri per la chiusura in vita.
La particolarità del pantalone è in vita dove la parte anteriore destinata alla chiusura è di 5 cm mentre quella posteriore è di 7 cm; sulla parte posteriore è presente un ulteriore particolare cioè la cintura non ha taglio dritto, bensì triangolare sul quale vi è un cinturino compreso di fibbia per la chiusura dello stesso.
Ricerche effettuate dalla Volontaria del Servizio Civile Pasqualina Colucci