I canti dialettali della tradizione religiosa
L’amore per il proprio territorio, la propria gente, le tradizioni ed i propri Santi, se autentico, si fortifica nelle avversità ed anzi, in alcuni contesti, emerge più forte e prorompente che mai!
Così è stato per questo nuovo lavoro che la Pro Loco ha avviato nel mese di ottobre 2015 allorquando, con alcuni soci, il maestro Giuseppe Mazzarone ed il Coro Parrocchiale “Maria SS. delle Grazie”, si recò a Terranova del Pollino, presso la Sala di registrazione dell’Associazione “Suoni di Terranova” gentilmente concessa dall’amico Leonardo Riccardi, noto musicista lucano di ciaramelle, zampogne e fisarmoniche, per registrare 16 (sedici) canti della tradizione religiosa olivetese contenuti in 13 tracce.
Pioveva, anzi diluviava quel 13 ottobre a Terranova quando il gruppo dei cantori, salendo per una lunga ed impervia gradinata, giunse presso la sala di registrazione.
Il clima tra essi, per la maggior parte donne, era allegro e festoso e faceva seguito ad una settimana di prove in cui il maestro Giuseppe Mazzarone e la socia Paolina Calciano, con grande pazienza, avevano provato e riprovato i canti curandone l’aspetto musicale ed i testi dialettali.
La sera prima si era unito al coro parrocchiale, composto da Lucia e Carolina Campagna, Filomena Mattiace, Leonarda Campagna, Rosa Dangelo, Paolina Calciano, Giovanni Belmonte, Angela Milione e Isabella Radicchi, l’amico Piero Dilorenzo proveniente da Ururi (Campobasso); questi, di origini olivetesi, ha continuato a mantenere un forte legame con il nostro territorio dove ogni anno ritorna per le feste patronali e dove, con grande trasporto e devozione, canta in processione, da solista, il bel canto dedicato a San Rocco di Montpellier. Sua è l’idea originaria della presente raccolta.
Come già evidenziato nelle precedenti pubblicazioni a tema religioso curate dalla Pro Loco negli anni 2007 e 2013 (Rif. Culto Mariano ad Oliveto Lucano – Maria SS. di Piano del Campo e San Cipriano Vescovo e Martire Padre della Chiesa Patrono di Oliveto Lucano), la fede e la devozione verso i propri Santi continuano a mantenere in vita il piccolo centro abitato.
La vita civile si presenta, infatti, complementare a quella religiosa tanto da sembrarne un tutt’uno; il senso religioso percepito nei momenti delle feste patronali, dei riti e delle funzioni liturgiche, inoltre, caratterizza fortemente l’identità e la cultura del popolo olivetese.
I 16 (sedici) canti contenuti nell’allegato CD, antichissimi, sono cantati, oltre che in Chiesa, nelle processioni e nei pellegrinaggi che il popolo olivetese è solito fare in occasione delle varie feste e ricorrenze religiose.
Poichè non si ha l’esatta cognizione dell’origine storica dei canti oggetto della presente raccolta, la volontaria del Servizio Civile assegnata alla Pro Loco di Oliveto Lucano, Giuliana Spinelli, nell’ambito di alcune ricerche effettuate per l’attuazione del progetto di riferimento 2015-2016 denominato: “Basilicata: sulle vie del sacro”, ha ritenuto di intervistare alcune donne olivetesi, tra le più anziane nel paese, al fine di acquisire informazioni ed elementi in merito alla loro datazione.
Tutte le donne intervistate, di età non inferiore ai 70 anni, hanno riferito di averli imparati dalle proprie mamme che, a loro volta, li avevano sentiti ed imparati, da piccole, dalle proprie mamme o dalle loro nonne.
Da ciò si può dedurre che i canti oggetto del nostro interesse, risalgono alla fine dell’800, inizi del ‘900 e l’esigenza della presente raccolta è nata proprio dall’urgenza e dalla necessità di dover recuperare e tramandare tale patrimonio ai posteri in quanto sapere detenuto quasi esclusivamente da una sola fascia di età, quella sopra i 70 anni.
Ringraziamenti
Grande è la nostra gratitudine nei confronti di Marcello Duranti, con laurea in discipline musicali, musicista operatore romano e della famiglia Campagna, di origini olivetesi: è a Lui che si deve più di tutti questo lavoro, al suo impegno, alla sua tenacia e al suo legame con Oliveto Lucano, non sopito in tutti questi anni di lontananza…
Il nostro ringraziamento va anche a tutte quelle istituzioni che hanno sostenuto il lavoro, prima tra tutte l’Azienda di Promozione Turistica di Basilicata, la Parrocchia “Maria SS. Delle Grazie”, i sacerdoti Don Anthony Achunonu, attuale parroco, Don Giovanni Grassani che negli anni ‘80 curò, per primo, la raccolta dei testi e, per ultimi, ma non d’importanza, l’Amministrazione Comunale di Oliveto Lucano ed il Parco Regionale di Gallipoli – Cognato.
Introduzione ai canti
La raccolta comprende, per primi, i 4 (quattro) canti della Settimana Santa (Tracce 1-2-3-4):
1. Cena domini
2. Gesù incontra sua madre
3. La Via del gran lamento
4. Alla morte di Gesù Maria s’affanna
Questi canti vengono cantati dalle donne anziane principalmente il Giovedì Santo ed il Venerdì Santo quando dalla Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” partono parallelamente due processioni che, percorrendo alcune stradine del paese, giungono in Piazza Umberto I per poi proseguire verso il Monte Calvario.
La particolarità delle due processioni è che quella con la Statua lignea del Gesù morto, composta esclusivamente da uomini, segue il percorso della così detta “strada dei morti”, la strada, cioè, che viene percorsa dai cortei funebri e che, in antichità, aveva come punto terminale, un grande arco di accesso ai possedimenti del Duca De Lerma; quella, invece, con la Statua della Madonna Addolorata, é composta esclusivamente da donne e fanciulle che, a braccia, trasportano la Statua per il “Borgo” per poi ricongiungersi nella Piazza centrale del paese con Gesù morto e procedere, tutti insieme, verso il Calvario.
I Canti della settimana Santa sono i canti della passione e morte di Gesù.
Essi sono particolarmente toccanti ed esprimono con grande sensibilità e veridicità i momenti più salienti della passione e morte di Gesù: l’incontro con la Madre, la strada del gran lamento percorsa con la croce sulle spalle ed i segni della flagellazione, il dolore e l’affanno della Madonna alla morte del Suo Figliolo…
Di particolare effetto sono le seguenti tre strofe del canto “Gesù incontra sua Madre” che qui si riportano in lingua italiana:
Da lontano vidi una luce
era zio mastro, faceva le croci
Dio, Dio, zio mastro mio
per chi la fai questa grande croce?
Io la faccio a quel grande uomo
quello che sta in malinconia (triste in volto)
La raccolta prosegue con i 5 (cinque) canti, contenuti nelle tracce 5 e 6, dedicati alla Madonna di Piano di Campo, protettrice del piccolo centro abitato.
Due i tipi di Rosario a Lei dedicati:
-il primo è il Rosario che ogni sera si recitava e tuttora si recita nella Chiesa Madre durante la permanenza della Madonna tra il popolo olivetese.
Per tale Rosario, di particolare bellezza, emerge, nella recitazione cantata, il Padre Nostro e, sul finire, il “Buonaser Madonna” il cui testo in italiano è il seguente:
Bunasera Madonna mia
Tu sei il fiore di ogni giorno
il fiore di tutti i Santi
Buonasera Madonna Santa!
Al devoto rimane difficile non commuoversi di fronte alle parole del Rosario e del “Buonaser Madonna”;
-il secondo è il così detto “Rosario delle Verginelle”, il Rosario che viene cantato allorquando si va a prenderLa alla Cappella di Piano di Campo la 1^ domenica del mese di maggio per portarLa in paese e di quando, poi, La si riporta in campagna il giorno della così detta “festa dell’ottava” coincidente con l’ultima domenica dello stesso mese;
Questi i titoli di tutti i canti della tradizione mariana:
1. Rosario della Madonna
2. Padre nostro
3. Rosario delle Verginelle
4. Salve Regina delle Verginelle
5. Bunaser Madonna
Subito dopo, nella raccolta, vengono inseriti i seguenti 2 (due) canti dedicati alla Festa del Corpus Domini (Tracce 7 – 8):
1. Gia’ si rinserra Iddio
2. Scendi su questo altare.
Nel mese di giugno è particolarmente sentita la processione del Corpus Domini e l’impatto visivo che si ha durante tale momento è sicuramente una delle cose più belle che il devoto ricorda.
In piena fioritura, nel mese, sono le ginestre, le rose selvatiche ed i fiori della malva-rosa.
Tante sono le strade infiorate da petali di fiori messi lì dai devoti per accogliere, al passaggio, Gesù, ma, non solo: è usanza nel piccolo centro abitato addobbare diversi altarini lungo tutto il percorso processionale e di esporre ai balconi e alle finestre delle abitazioni, i migliori panni del corredo in segno di rispetto e devozione verso Ns. Signore; a Lui, durante il percorso, vengono gettati in segno di devozione, petali di fiori profumatissimi e coloratissimi.
A Sant’Antonio è un canto con delle strofe bellissime (Traccia 9): tutta la storia del Santo confessore viene descritta con scene e particolari davvero toccanti tra i quali spiccano le numerose grazie elargite e la descrizione del paradiso in un modo alquanto originale.
Ecco la prima delle strofe più toccanti in italiano:
C’era una volta una donna che aveva un bambino
che di bellezza ne aveva in quantità;
lo teneva in braccio un’ora al giorno
quando vide la giustizia passare (Sant’Antonio).
Gli chiese: Se (il mio bambino) qualche guaio dovesse passare
oi Sant’Antonio mio te lo vuoi prendere (tu)?
e la strofa sul Paradiso:
Il Paradiso è piccolo e galante
ci sta la Madre Maria e tutti i Santi
Il Paradiso è piccolo e bello
ci sta la Madre Maria e tutte le stelle.
Tale canto viene cantato in onore di Sant’Antonio il giorno della Sua festa, il 13 giugno, quando in chiesa, dopo la messa, alcune donne devote preparano il così detto “Pane di Sant’Antonio” e lo distribuiscono, dopo la benedizione del Parroco, a tutti i fedeli.
Seguono i 2 (due) canti dedicati a San Rocco (Tracce 10 – 11):
Il primo canto è, nel suo testo originale, l’Inno popolare dedicato a San Rocco di Mompellier, quello, per intenderci, che solitamente viene cantato in occasione dei pellegrinaggi che il popolo lucano usa fare il 16 agosto a Tolve.
Il secondo, invece, è quello tradizionale olivetese nel cui testo viene ricordata la missione del Santo in favore degli appestati di Acquapendente e la lotta continua ai malanni dell’umanità.
Il canto dedicato a San Cipriano (Traccia 12), Patrono di Oliveto Lucano, si presenta gioioso e festoso e, all’interno della raccolta, è sicuramente l’unico che riconduce il cuore del devoto ad un momento di festa collettiva: la festa del “Maggio” e della “Cima” (Riti arborei della Basilicata) dedicata a San Cipriano e che ricorre, dal 1979, nei gg. 10, 11 e 12 agosto.
La raccolta si chiude con il canto dedicato a Santa Lucia (Traccia 13).
Commovente la storia della Santa soprattutto nel momento in cui viene ricordato il sacrificio dei suoi occhi per tutelare e preservare la sua fede.
Nella Chiesa “Madre Maria SS. Delle Grazie”, 2^ navata a destra dell’ingresso secondario, emerge in tutta la sua bellezza l’altare dedicato a Santa Lucia,di fine ‘700, in lamine di metallo color argento e oro.
Su di esso sono raffigurate alcune scene della storia di Santa Lucia. Solitamente, per la Festa di Santa Lucia, ricorrente il 13 dicembre, la S. Messa viene celebrata su detto altare.
E’ usanza del popolo olivetese, ma anche di altri popoli limitrofi, cuocere per la festa di S. Lucia la così detta “cuccìa”, composta di legumi cotti al fuoco con sale ed acqua.
Saveria Catena
Presidente della Pro Loco “Olea”
Oliveto Lucano
ELENCO CON NUMERAZIONE DEI CANTI RELIGIOSI
1) Cena Domini (Traccia 1)
2) Gesù incontra sua madre (Traccia 2)
3) La Via del gran lamento (Traccia 3)
4) Alla morte di Gesù Maria s’affanna (Traccia 4)
5) Rosario della Madonna (Traccia 5)
6) Padre nostro (Traccia 5)
7) Rosario delle Verginelle (Traccia 5)
8) Salve Regina delle Verginelle (Traccia 6)
9) Bunaser Madonna (Traccia 6)
10) Gia’ si rinserra Iddio (Traccia 7)
11) Scendi su questo altare (Traccia 8)
12) A S’Antantonio (Traccia 9)
13) Inno popolare a San Rocco (Traccia 10)
14) A San Rocco (Traccia 11)
15) San Cipriano (Traccia 12)
16) Santa Lucia (Traccia 13)
1. CENA DOMINI (Traccia n. 1)
Lu sciud’(j)a Santa si vozi fa la cena
soni vespro e mezza d’ja
Gesù Dom’ni non par’ja.
Oi San G’(i)sepp m’ja, pigliami stu manto
khi nu neuri vistimento,
ca’ l’aggia sci a n’gundr (a)n?
All’umminza di la str’(a)da
n’cuntr’(a)j sette giuv’n
tutte e sette ca chianginna.
Avete visto lu mio figliul
iera nu capill(i) ricc’(i) 2 volte
e nu faccia oi villunidd’(o).
Si vù vidè lu tuo figliul
a casa di Pilato
dà lu truvi frag’(i)ll’(a)t.
Mani e pid’(i) stai’ nchiuv’(a)t
chi trentatrè d’(i)n’(a)ri, ti lu pui riscatt’(a)na
Maria non l’av’ja.
E i suoi capelli ma si l’(i) vinn’ja
si li vinn’ja ch’(i) semp
chi r’(i)scatt’(a)na lu Sant’(i)ssim Sacrament
A nome di lu Padre e lu Figliul
e di lu Spuer’(i)t Sant
e così s’ja.
2. GESU’ INCONTRA SUA MADRE (Traccia n. 2)
Oi la sera ma di li tred’ (i)ci
oi vì c’è schiur, ma ca fac’ja (due volte)
E la via tutta pietrosa
ad ogni passo, ma si riposa (due volte)
Da lunt’(a)n veddi na liucia
era zi mastro, facia li criucia (due volte)
Dio, Dio, zi mastro mio
a ci la fai sta grande croce? (due volte)
Io la faccio a quell’uomo grande
queddi cha stai malincun’ja (2 volte)
E rispose quell’uomo grande
cacciatanella a sta femna strania (2 volte)
Femna strania tu mai chiam’(a)t
oi c’è d’lor ca m’hai dat (due volte)
Femna strania tu mi chiamest
oi c’è d’lor ca mi dacest (due volte)
E si mamma tu mi chiam’(a)v
ma di la croce io ti schiud’(a)v (due volte)
E si mamma tu mi d’(i)civ
ma di la croce io ti sc’(i)nn’ja (due volte)
3. LA VIA DEL GRAN LAMENTO (Traccia n. 3)
Chest’è la v’ja di lu gran lament’(o)
lu sciuvd’ja Santa ma si part’ja
Lu sciuvd’ja Santa, ma si part’ja
chiangenne e lacrimenn ad alta voce
Chiangenne e lacrimenn ad alta voce
Mar’ja di veri core ‘bbrazz’(a)j la croce
Mar’ja di veri core si l’abbrazz’(a)ja
di lacrime e di sangue si la bagn’(a)ja
Di lacrime e di sangue si la bagn’(a)ja
col suo fazzuletto si la sciug’(a)ja
O Figlio Santo, o Figlio quest’è il mio bene
quest’è la croce dove pigliest pene
O Figlio Santo, o Figlio quest’è il mio lato
quest’è la croce dove fusti inchiodato
O Figlio Santo, o Figlio, quest’è il mio corpo
quest’è la croce dove pigliest morte
Io ti lu d’(i)co oi cara, oi mamma m’ja
ci mi la vol cant’(a)n n’Ave Mar’ja
Ci mi la vol cantan n’Ave Mar’ja
trentatrè vot lu sciuvud’ja Santa
Trentatrè vot lu sciuvud’ja Santa
stretti lu tenghi n’da lu cor m’ja.
In nome di lu padre e lu figliul
e di lu spuerti santa e così s’ja.
4. ALLA MORTE DI GESU’ MARIA S’AFFANNA (Traccia n. 4)
A la morte di G’(e)sù Mar’ja s’affanna
e Crest è frag’(i)llat a na chilonna
Curri Giuanni quant’amor mi purt
sc’ j’(a)ma a truvà mio figlio, o v’(i)v o murt.
O v’(i)v o murt niuj’(a) la ma scè a ch’j (a) na
la v’ja ca m’fatt turn(a)m a f’(a) na.
Quann mminz a citt’(a)ta fui arr’ (i) v’(a)ta
da lu sint’ja nu fuesch e na chiam’ (a) ta.
Da lu sint’ja nu fuesch e na chiam’ (a) t
quest’è lu mio figliul abbandun’(a) t.
Pass’(a)ja la tr’(o)ppa e la cavallar’ja
chi chiuvi e chi martell già pr’(i)par’(a) t.
Pass’ (a) ja Crest e dess: o Mamma m’ja
io la morte e viuja dispiacere n’av’(e)t .
Figlio non foj ped’(e) ca ti lav’(e)st
foj lu grand’amore da’a Matalena.
Non m’(i) fà chiangi chiò sfiat’(a) t’ a’mmena
ca l’aggi pers la forza e la lena.
Curri Giuann a cunfurtà a Mar’ja
ce h’(a)j Madre Mar’ja ca semp chiang (e).
Ce voglia aven o San Giuann m’j
ca nu figlio av’ja e iè murt in croc (e).
Ca minz(a) a cint’trenta mi lu battern
e fin inda lu sunna mi lu tradern.
5 ROSARIO (Traccia n. 5)
Laud (a)t sempr s’ja
lu nom di Gesù e d Mar’ja
Sant’Ann e San Gsepp
e Sant Dmenc e tutt l sant
‘n cumpuagn’j
ca fa n ggrazi’j oi Mar’j
Sempr sia laud (a) t
la Santessima trin’t (a)t
oggi e sempr sia laud (a) t
lu santessm sagrament
Amen
Mar’j o Mar’j
tu s(a)j li mija u(a)j
s vul e s puj
o Maria aiutang to
O bella mia Mar’j
o cara mia G’so
ti dong lu cor m’j
e ka non lu vogl’jcchio
Madonna Gl’rios
t’apprsent la pr(i)’ma ros
ti l’apprsent a ten
o Maria pr(e)ga c mme.
Pr(e)ga c me Mar’ja
avvucuata la nostra s’ja
c lettr e c memori’j
sia raccumuann(a)t lu Prigatori’j.
Furtunell mia furtunell
quanta grazi’javist to
e si non lu vo’cchio
San Gsepp Maria G’sò
Niu’j tre fratell s’m
sci(a)m facenn d(i)sc(i)pl(i)n
ogne iurn ca s’ n’ c(a)l nuj
r(i)c(i)t(a)m a salva r(e)g(i)n
Oi an’ma b (e) g (a) t
ca ‘n Prigatori’j è st (a) t
prigami a Gisi Crest
ca ni p(e) rdona li p’cc (a )t
Madonn ca so cadiut
non c’è ci m’aiut(a)n
(a) iotm to Madonna m’j
caricit (a) m n’Ave Marj
6 PADRE NOSTRO DEL ROSARIO (Traccia n. 5)
Padr nostr in ci ‘l assis
lu regn a noi tra noi
s fac c’è ca vol
lu Sante lu Puaravis
P’rdon e colp’ all’an (i) m
p’rdon e ci p’rdon
p’rdon e poi ci dona la grazia e poi la palma.
7 ROSARIO DELLE VERGINELLE (Traccia n. 5)
Ave Mar’ja chien d’grazia
lu Signor è c te
ti sei b’ndett fra l’donna
benedett il frutt tuo sen Gesù.
Santa Mar’ja, madr d’ D’ja
Pr’ga c noi peccatore adess nell’or la nostra mort
e ‘ccusse Gi’so’Mar’j
8 SALVE REGINA DELLE VERGINELLE (Traccia n. 6)
Madonna k’u sabt nascest
e d’n torce allimunest
u sabat Natal parturest
cce bellu frott kà’nnucest.
Sempre benedetta sia
e sci(a)m a ‘ngundrà a Mar(i)ja
chi mar la scr’(i)vja
ka la putess’ma rivede.
Guardi quant’è bella
è Maria con cil e stelle
sei Madre Virginella
ma chi la Santa cast’(i)tà.
Madonn ka son cadiut
e non c’è ci’ m’aiut (a)n
(a)iut’mi to Madonna m’ja
ka ricit(a)m n’Ave Mar’j.
I’jappost so v’niuta
e la grazia riciviuta
ma non mi ‘n v’(a)ki da qu’(a)na
si la grazia non mi fai.
Noi tutti la preghiamo
è la Madre del Signore
benedici la campagna
perdona me son peccatore.
9 BUONASER MADONNA M’JA (Traccia n. 6)
Bunaser Madonna m’ja
e lu fior di ogne d’ja
lu fior d’tutti li Santa
ma bunaser Madonna Santa
10 GIA’ SI RINSERRA IDDIO (Traccia n. 7)
Già si rinserra Iddio
in carcere d’Amor
fratello e sposo mio
nascosto mio tesor (2 volte)
Chi può mio ben lasciarti
ed io ti lascerò
tu chiudi e non ti parti
ed io partir dovrò.
Ma se si parte il piede
io qui ti lascio il cuor
in segno di mia fede
del mio sincero amor
Maria che tanto amore
tu porti al mio Gesù
deh fa che questo cuore
da Lui non parta più.
11 SCENDI SU QUESTO ALTARE (Traccia n. 8)
Scendi su questo altare
Gesù filiol di Dio
tu sei il Padre mio
il mio Salvator
Nell’ostia consacrata
ci sta un Dio d’amore
ma io ti prego ancora
abbi di me pietà
E quando è già nel calice
e consacrato il vino
il sangue suo divino
che lava il peccatore
In quello sangue stese
si offre in questo altare
Gesù per noi salvare
spargesti o mio Signor
Accoglici tu Signore
salvaci tu Maria
salva quest’anima mia
per una eternità.
12 A SANT’ANTONIO (Traccia n. 9)
Sant’Antonio padre cunf’(e)ssor
ka cunwussest la Verg’(i)ne Maria
13 ore chi Maria parlest
13 grazie al giorno dispinzest
N’ger’(i) na donna nu fanciullo av’ja
bellezza ni t’(i)nja in quantitata
n’or lu’iurn’mbrazza lu t’(i)nja
e veddi la giustez di pass’r
Si qualche mal punto avissa pass’(a)r
oi Sant’Antonio mio tu vo pigl’j’(a)r
N’g’(a)pe li tre iurn lu fanciulli morse
la mamma non si put’ja cunsular
E Sant’Antonio si’ngià chi già passenna
c’è hai devota mia, ca semp chiangi?
C’è vogli aven Sant’Antonio mio
ka nu fanciullo av’ja e t’ l’hai p’(i)gl’jat
Tu m l’hai d’(a)t e io magg’(i) pigli’(a)t
ka a 15 anni s’av’ja iess’impicc’(a)t
quanni la mamma s’(i)ntja kesta nuvella
ka quant’iera ert casc’(a)ja a terra
E Sant’Antonio si già acch’jaia all’est
ka si la cunw’(i)ss’(a)j e comunic’(a)ja
ka si la cunw’(i)ss’(a)j e comunic’(a)ja
e drett in parav’(i)s si la purt’(a)j.
Lu Paraviso jè piccolo e galante
n’gi st’(a)j Madre Maria e tutti li Santi
Lu Paraviso jè piccolo e bell
n’gi st’(a)j Madre Maria e tutte le stelle.
14 INNO POPOLARE A SAN ROCCO DI MONTPELLIER (Traccia n. 10)
Lu patr e lu figliol lu spirt i santi
E sant Rocc iè figl di nu regnanti
RITORNELLO:
Evviva santi Rocco, e santi Rocco evviva
Evviva santi Rocco ca minz a nuj sta!
E figlio di regina e di regnant ierà fanciull e quann s’innandava
RITORNELLO…
Ierà fanciull e quann s’innandava manghi la menna mocca si pigliava
RITORNELLO,,,
Manghi la menna mocc a si pigliava e figlio mio e tu dove ne vai?
RITORNELLO..,
E figlio mio e tu dove ne vai la robba nost a chi ce la ma dare?
RITORNELLO…
La robba nost a chi ce la ma dare dacitila per opera di caritate
RITORNELLO..,
E sant Rocc si mesa a camminare e nda nu boschicell s’innandava
RITORNELLO,,,
Inda nu boschicelli s’innandava innanzi la ncuntrava na funtanella
RITORNELLO….
Innanzi la ncuntrava na funtanella e da la vozi enghj na burraccella
RITORNELLO…
E da la vozi enghj na burraccella quell’acqw li warja pur li malati
RITORNELLO…
E quando poi dal bosco s’innandave scia ncerca di limosn e caritate
RITORNELLO…
Scia cerca di limosn e caritate mbacc a nu purton scia a tuzzulare
RITORNELLO…
S’affaccia la servetta a lu balcon che vaj truwan bell’uom questa giornata
RITORNELLO…
J la vak truwan la caritate e com a tutt l’aut so pellegrino
RITORNELLO…
Nui caritate e nui non ni facim ka ngeja lu patron grave malate
RITORNELLO…
Ka ngeja lu patron grave malate e tutt l midk e l’hann abbandonate
RITORNELLO…
E caritate e j non ni vogghia la voglj far la visit a lu malate
RITORNELLO…
Aspitt oj pellegrin nanz’al porton ka vogghj addummanar la mia patrona
RITORNELLO…
Sint patrona mia oh cara patrona ngi stai nu pellegrin na visit voli fare
RITORNELLO…
Aprit port e fnistr e fnstrin facitilu traser su pellegrin
RITORNELLO…
Aprit port e fnistr e li balcona facitilu traser com’ e patrone
RITORNELLO…
E quan mped a li scal e fu arrivat lu segn la santa croce si vozi fare
RITORNELLO…
E quan minz a la cas e fu arrivat mbaratm la stanz d lu malate
RITORNELLO…
E quan mped alu lit e fu arrivat lu segn la santa croce si vozi fare
RITORNELLO…
Ce faj malati mj k nda su letta e nda stanza e tu aia camminare
RITORNELLO…
J so sett ann ka staki malati e tutt l midk e m’avn abbandonati
RITORNELLO…
Tutti li midk e m’avn abbandonati e la casc da murt l’hann priparati
RITORNELLO…
E santi Rocc allor che vozi fare tre croci sant’ in vist li veppa fare
RITORNELLO…
Po’ la pigliava quella burraccella e lu dacìa a bev a lu malati
RITORNELLO…
Auzt malati mj k nda su letta piglia li pann e mettit a vestira…
RITORNELLO…
La genta so lassata meravigliate e quan l’hann vist di camminare
RITORNELLO…
Stu pellegrin e nuj l’amà pagare e santi Rocc e non voll’accettare
RITORNELLO…
S foss k solt e k dnar sarja kieni la fonte de lu mar
RITORNELLO…
S foos k solt e k trns sarja kieni la font d lu paravs
RITORNELLO…
Lassatmi stare e non mi trattenite ke alla città di Roma aggia arrivare
RITORNELLO…
Ka ngeja na granda pesta murtlitate ka tutt l jurn non potn arrivare
RITORNELLO…
E quann minza Roma e fu arrivate lu segn d la santa croc si vozi fare
RITORNELLO…
Po’ la pigliava quella burraccella e li dacìa a bev a li malati
RITORNELLO…
Poi li dacìa a bev a li malati e pur li murt e lui li surscitava
RITORNELLO…
La genta so lassata meravigliati e poi allu santi Papi l’hanni rappurtati
RITORNELLO…
Minz’alla chiazz di Rom nu pellegrin la pesta murtilitate mo la fermava
RITORNELLO…
Lu santi Papa allora che vozi fare pigghiava duj umn e lu mannò a chiamare
RITORNELLO…
Pigghiava duj umn e lu mannò a chiamare e santi Rocc e non ci voll ‘andare
RITORNELLO…
E santi Rocc e non ci voll’andare ka s ‘ncrnzja cosa li vulja fare
RITORNELLO…
Lu santi Papa allor che vozi fare pigghiava quatt umn e lu mannò arrestare
RITORNELLO…
E santi Rocc e fuj arrestate innanz’allu santi Papa fuj portate
RITORNELLO…
Tu mi l’haia dir la veritate mi l’haja dir lu nom ka vi chiamate
RITORNELLO…
Mi l’haia dir lu nom ka vi chiamate e lu pajs addov vuj sit nate
RITORNELLO…
E lu mia nom e non lu sacci dira jerà fanciull e quann mi ni so andate
RITORNELLO…
Lu santi Papa non l’aveppi credda e inda li carcr e lu feci portare
RITORNELLO…
Ngi stava nu palazza la vicina k li cani ‘ncatenati ku li catena
RITORNELLO…
E quann jera l’or di la mezzadia nu cani mo da sul mo s’assugghia
RITORNELLO…
Mo la pigliava una pagnuttella e indà li carcr la port a santi Rocco
RITORNELLO…
La genta so lassata meravigliati e poi allu santi Papi l’hanni rappurtati
RITORNELLO…
Lu santi Papa allor che vozi fare e nuovament e lu mannò a chiamare
RITORNELLO…
Tu mi l’haia dir la veritate mi l’haia dir lu nom ka vi chiamate
RITORNELLO…
Lu nom di santi Rocco vuj mi chiamate patron di la pesta murtilitate
RITORNELLO…
Lu nom di santi Rocc vuj mi chiamate u sedc d’agost mi festeggiate
RITORNELLO…
L’ucchj tin bell e assaj curios mi par a vdè nu sant miracoloso
RITORNELLO…
L’ucchj tin bell e assaj lucente m par di veder nu sant avarament
RITORNELLO…
Stu capitl e nuj l’ami cantate e a santi Rocc e l’ami presentate
RITORNELLO…
Lu nom di lu patre e lu figliola e d lu spirti sant e cosi sia.
EVVIVA SANTI ROCCO E SANTI ROCCO EVVIVA
EVVIVA SANTI ROCCO KA MINZ A NUJ STA
13 A SAN ROCCO (Traccia n. 11)
O Rocco Santo, oi confessore
noi ti preghiamo con tanto amore
per liberarci da ogni male,
che ogn’ora cade su noi mortali (2 volte).
Tutti devoti, a te veniamo
il tuo soccorso noi cerchiamo,
per trionfare su questa terra
sopra i malanni che ci fan guerra.
La tua preghiera assai potente
per gli appestati d’Acqua Pendente
come di Roma e di Piacenza
dove assistetti con diligenza.
Glorioso Santo, appresso Iddio
implora grazia al popol mio
e sul nemico, glorioso Santo
con te sia salva pur la nostr’anima.
15. SAN CIPRIANO (Traccia n. 12)
V’(i)c’(i)na a m’(e)tria di San Cipriano
dà iè n’(a)t nu bell sc’(e)gl
non è sc’(e)gl ma è fior
San Ciprian lu pr’(o)t’(e)ttore
Lu fior iè inarg’(e)nt’(a)t
e San Ciprian ci ti la d’(a)t
mi la dat nu cor Gesù
San Ciprian ajot’(a)m t’(u)
V’(i)c’(i)n a man d’(i) San Ciprian
dà iè n’(a)t nu bel sc’(e)gl
non è sc’(e)gl ma è fior
San Ciprian lu pr’(o)t’(e)ttor
Lu fior iè inarg’(e)nt’(a)t
e San Ciprian ci ti la d’(a)t
mi l’ha d’(a)t lu nu cor Gesù
San Ciprian ajot’(a)m’ tu
V’(i)c’(i)n a u baston San Ciprian
dà iè n’(a)t nu bell sc’(e)gl
non è scegl ma è fior
San Ciprian lu pr’(o)t’(e)ttor
Lu fior iè inarg’(e)ntat
e San Ciprian ci ti la d’(a)t
mi la d’(a)t nu cor Gesù
San Ciprian ajot’(a)m’ tu
16. SANTA LUCIA (Traccia n. 13)
Santa Lucia inda’na cella st’(a)ja
tutt’(o) lu monn’ allimuin’(a)t av’(e)ja
Pass’(a)ja lu Re e la vidi tanta bella
ca ti saluta a te cara Lucia
Ca ti saluta a te cara Lucia
Lasci la fede d’(i) Dio e pegl’(i) la m’(i)ja
La fede di Dio io non la lascio mai
manch si v’(a)ch allu’infern a p’(e)n’(a)
Santa Lucia che nu corvel
si cacci l’occhio e lu metti indu ‘vac’(i)l
Chiam’(a)j li servi di suoi cr’(i)j’(a)ti
purt’(a)ticelli a lu Re ca st’(a)j present
Di l’occhio si era innammurata
l’occhio a’v’ul(e)ja e l’occhio laggi mann’(a)t
Quann lu Re sentia chedda nuvella
la si lu dett lu scuaff’(a) alla front
La si lu dett lu scuaff’(a) alla front
so gi’(u)nt a mulistà ‘na vera Santa
A nome di lu Padre e li Figliul
e di lu Spuert Sant e così sia.